Il caso lavavetri
Asor Rosa? Non vive più tra la gente
Asor Rosa? Non vive più tra la gente
La risposta dell'assessore alla sicurezza di Firenze alla lettera pubblicata sul Corriere:
"Io, invece, sto tra la gente e i cittadini stanno con me"
Così l'assessore alla sicurezza del Comune di Firenze, Graziano Cioni (Ds), commenta la lettera aperta del professor Alberto Asor Rosa,che sul Corriere attacca l'ordinanza anti-lavavetri firmata dallo stesso Cioni, accusandola di essere un provvedimento che colpisce gli ultimi. "Non c'è bisogno di essere un intellettuale di prestigio come Asor Rosa - osserva Cioni - per capire che dove non c'è rispetto della legalità, dove manca la sicurezza, a rimetterci sono proprio gli ultimi, i più deboli. Quando un anziano, o una donna, vengono aggrediti da un lavavetri molesto, oltre che a impaurirsi, diventeranno inevitabilmente razzisti, e io, da uomo di sinistra, non posso accettarlo". Per l'assessore fiorentino "la sinistra deve capire che la legalità è un valore, che aiuta anche a difendere i più poveri e a fare vere politiche per l'accoglienza". A PRODI - Cioni risponde anche al premier Romano Prodi, che ha velatamente criticato l'ordinanza di Palazzo Vecchio, affermando "non avrei cominciato dai lavavetri". "Ma noi non abbiamo cominciato dai lavavetri, bensì dai violenti - replica - E, purtroppo, tra i lavavetri ce ne sono di sempre più violenti e molesti". Il governo, piuttosto "unifichi le procedure a livello nazionale, ci metta in condizioni di agire, ci dia gli strumenti - è l'invito di Cioni - Altrimenti finirà come quando, l'anno scorso, abbiamo fermato un graffitaro, che imbrattava i muri del centro storico: siamo stati costretti anche a restituirgli la bomboletta spray...".
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