domenica 23 agosto 2009

La rete è adesso

da Beppe Grillo.it

Ieri, all'improvviso, mi sono accorto di aver perso un'abitudine, un vizio. La televisione era spenta. Da quanto era spenta? Settimane, mesi. Era diventata un soprammobile, un pezzo di antiquariato come le radio a valvole dei mercatini d'estate. Ricordo che un tempo, distrattamente, la accendevo. Facevo zapping. Lei rimaneva lì, implacabile, senza che nessuno la vedesse, la ascoltasse, come un vecchio rincoglionito che non si ha il coraggio di zittire. Sembrava innocua con i suoi mikebongiorni e pippibaudi. Ma non lo era. Si è introdotta nelle nostre case. Lentamente è diventata la padrona dei nostri consumi, dei nostri sogni, dei nostri figli, del Parlamento. Una lavatrice che ha reso il bucato italiano grigio, nero, poi solo sporco. Un candeggio all'incontrario delle coscienze. All'inizio c'era qualche filtro per evitare intossicazioni della mente, ma da anni non c'è più nessuna protezione, solo balle in libertà. Queste cose le sappiamo, come chi fuma sa che fa male.
Passare dalla coscienza del problema al cambiamento è più difficile. Io sono cambiato. E' capitato anche a voi? "Se non ti guardo non esisti". E non la guardo più, non esiste più.
Io mi informo, mi diverto, mi incazzo in Rete. La sera è più bella con i video che mi inviate come commento al post. Non tutti sono in tema, ma quasi tutti valgono il biglietto. Nunvereggaecchiu, wpapillo, byoblu, trarcomavaglio, quimilanolibera, danielemartinelli e tanti altri fanno InformazioneRete. C'è gente pagata per mentire in televisione e ragazzi che fanno informazione a loro spese in Rete.
Oggi voglio condividere un traguardo con voi. I video prodotti da questo blog, pubblicati con il nome "StaffGrillo" e caricati su YouTube hanno superato i 50 milioni di viste. 400 filmati, interviste, servizi o montaggi creati per Internet in meno di tre anni. Il canale su YouTube è stato aperto il 3 ottobre 2006. Chi decide l'informazione in Rete è il navigatore, non il palinsesto dei telegiornali.
"Telegiornali", vi rendete conto dell'effetto che fa ora questa parola? Ricorda i cinegiornali dell'Istituto Luce. I teledirettori sono come i cagnolini nel retro delle automobili degli anni '60 che muovevano la testa in su e in giù.
Voglio dire grazie a tutti i blogger, ai navigatori. Anche ai rompicoglioni, ai troller che hanno attivato le difese immunitarie del blog e lo hanno reso più forte. Grazie per commenti che spesso valgono un post, grazie dei vostri video che informano, mettendo spesso a rischio anche fisico, di chi li fa. L'informazione sta andando al potere. Loro non lo sanno ancora. Credono che la propaganda rimarrà per sempre al potere. In Rete non ci vengono. Quando si affacciano come Riotta o Mastella ne rimangono segnati per sempre.

lunedì 17 agosto 2009

Le Leggende dello sport: USAIN BOLT

Notizie da Wikipedia

Il marziano della velocità





La carriera

Primi anni Usain Bolt nasce a Trelawny, Giamaica, da Jennifer e Wellesley Bolt. Il suo grande talento atletico è ben visibile fin dai primi anni. Sin da giovane ha praticato diversi sport, soprattutto il cricket. Dopo essere entrato nella William Knibb Memorial High School, l'allenatore di cricket notò le sue grandi doti velociste e decise di farlo partecipare a gare di atletica leggera. Nel 2001 Bolt vince la sua prima medaglia sui 200 metri nel campionato scolastico, con un tempo di 22"04. Nella sua prima competizione a livello nazionale, sempre nel 2001, ottiene una medaglia d'argento sui 400 metri piani, con 48"28.
Ascesa sportiva Nel 2002, nei Campionati Mondiali Juniores, Bolt ha la sua prima occasione per mostrare il suo talento a livello mondiale. Nella gara dei 200 metri stabilisce il suo nuovo record personale (20"61) ed ottiene la medaglia d'oro. Oltre a questo grande risultato individuale, Usain aiuta la squadra giamaicana nelle due staffette, portando a casa due argenti e stabilendo due ottimi tempi nella 4 x 100 metri (39"15) e nella 4 x 400 metri (3' 04"06). Nel 2003, sempre in un Campionato Mondiale Juniores, Bolt migliora ulteriormente il suo tempo (20"40) ed ottiene un altro oro.
Carriera professionista Sotto la guida del nuovo coach Fitz Coleman, Bolt diviene un professionista e, a partire dal 2004, si consacra come uno dei più talentuosi velocisti di sempre (tra l'altro è l'unico atleta ad essere sceso sotto i 20" in una gara dei 200 metri in un torneo juniores). Bolt ha anche partecipato alle Olimpiadi di Atene, ma a causa di un infortunio nella batteria di qualificazione corre i 200 metri in 21"05, non qualificandosi per la finale. L'anno successivo è fondamentale per Bolt. Difatti il nuovo coach, Glen Mills, riconoscendo il grande talento e il futuro roseo di Usain, decide di cambiare l'approccio poco professionale del giamaicano allo sport. L'anno inizia positivamente, con un tempo di 19"99 sui 200 metri segnato al meeting del Crystal Palace di Londra. Sfortunatamente, durante i Campionati del Mondo del 2005, si infortuna durante la gara ed arriva ultimo con un tempo molto elevato, 26"27. Tra il 2005 e il 2006 raggiunge la top 5 del ranking mondiale. Nel 2006, nel Grand Prix di Losanna, ottiene una medaglia di bronzo, alle spalle di Xavier Carter e Tyson Gay, registrando il suo record personale sui 200 metri, 19"88. Durante tutto il 2007 Bolt fa registrare ottimi risultati, vincendo medaglie e soprattutto abbassando in continuazione i suoi record personali. Nei Campionati del mondo di atletica leggera 2007 vince la medaglia d'argento, con un tempo di 19"91, classificandosi alle spalle dell'americano Tyson Gay. Il 3 maggio 2008 ha realizzato la seconda miglior prestazione di ogni tempo sui 100 metri piani: nel corso del meeting Jamaica International a Kingston, Bolt ha fermato il cronometro sul tempo di 9"76 (vento + 1,8 m/s), a soli due centesimi dal primato mondiale del connazionale Asafa Powell. Pochi giorni dopo, a New York, nel corso del Reebok Grand Prix allo Ichan Stadium ha stabilito il primato mondiale dei 100 metri piani correndo in 9"72. Il 13 luglio 2008, al Super Grand Prix di Atene, corre i 200 metri in 19"67 (vento - 0,5 m/s), tempo che, oltre a rappresentare il primato personale e il primato mondiale stagionale, lo colloca al quinto posto nella classifica assoluta di ogni tempo.
Pechino 2008 Il 16 agosto 2008, nella finale dei 100 metri piani delle Olimpiadi di Pechino, stabilisce il nuovo primato mondiale con un riscontro cronometrico di 9"69 (arrotondato per eccesso), nonostante abbia vistosamente rallentato la sua corsa, in preda all'esultanza, negli ultimi 30 metri (correndo inoltre gli ultimi passi con la scarpa sinistra slacciata). Il 20 agosto 2008, domina anche la finale dei 200 metri piani stabilendo il nuovo record mondiale con 19"30 con vento contrario di quasi un metro al secondo (-0,9 m/s), ritoccando il precedente primato di Michael Johnson di 19"32 ottenuto ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996 e registrando la massima velocità media con partenza da fermo mai raggiunta da un uomo (37,305 km/h record poi battuto il 16 agosto 2009 nella finale dei 100 metri piani ai mondiali di Berlino percorsi alla media di 37,578 km/h). Il 22 agosto, vince anche la staffetta 4x100, stabilendo anche il nuovo record del mondo (37"10) assieme a Nesta Carter, Michael Frater e Asafa Powell.
Berlino 2009 Il 16 agosto 2009 vince anche la finale dei 100 metri piani dei Campionati del mondo di atletica leggera 2009 con lo stratosferico tempo di 9"58, nuovo record del mondo, con la media di 2 metri e 44 centimetri ogni passo, superando i 41 km/h di velocità media nei secondi 50 metri. Il futuro Il 2 luglio 2009, durante un'intervista, Bolt dichiara di essere in grado di ritoccare (e di molto) i record dei 100m e dei 200m che già gli appartengono: "Penso di poter andare più forte. Ritengo che arrivare a 9"50 nei 100 sia possibile, ci sto lavorando. Ora non sono nella migliore condizione, ma penso che lentamente sarò in grado di rimettermi in forma in vista dei mondiali".[10] A pochi giorni da queste dichiarazioni, il 7 luglio 2009, durante il Meeting Internazionale di Losanna, Bolt corre i 200m in 19"59 (4a miglior prestazione di sempre), ma con quasi 1 metro di vento contro e sotto una pioggia torrenziale mollando vistosamente negli ultimi 30 metri, confermando le sue parole. Dopo i mondiali di quest'anno che si sono svolti a Berlino, dove ha stabilito il nuovo record del mondo con il tempo di 9.58, Bolt ha dichiarato di volersi concedere 2 anni di allenamento sui 400 metri piani per stabilire il primato mondiale anche su questa distanza.

lunedì 10 agosto 2009

Roma attraverso le Cartoline d’Epoca…

(Le Cartoline Originali appartengono all’autore degli articoli).

Via dell’Impero vista con le cartoline d’epoca.

Ho visitato la Mostra sulle demolizioni effettuate per costruire Via dell’Impero.
Si può dire che sia interessante, sebbene si ha l’impressione che il commento, compreso il catalogo emesso per l’occasione, risenta dell’estrazione ideologica dei promotori. Sembra che si vogliano ammettere degli errori che hanno costellato l’opera però, nello stesso tempo, si creano dei paletti oltre i quali la critica negativa non “deve” andare.
È evidente che l’opera fu di regime, si demolirono edifici storici e di culto importanti, questo avvenne con estrema fretta, senza criteri archeologici e, non ultimo, furono “ghettizzati” i loro abitanti per lungo tempo, basta ricordare alcune zone di Roma edificate frettolosamente per dar loro un alloggio alle famiglie sfollate: Primavalle, Tor Marancia, Borgata Gordiani ecc..
Si potevano ottenere dei risultati migliori demolendo molto meno e con saggezza. Si dice che è facile criticare con il senno del poi; occorre ricordare che le critiche furono vivaci anche a quel tempo e che tutti furono d’accordo che il piano di demolizione non fu frutto di uno studio ma da una volontà ideoligizzata.
Del resto l’esperienza non insegna abbastanza; oggi possiamo “ammirare” il recente obbrobrio costruito intorno all’Ara Pacis. Si preferiscono i nomi altisonanti, i titoli e si mette da parte il senso dell’estetica; però guai a rassegnarci; non ci dovremo mai abituare, ad esempio, al famoso Monumento al Milite Ignoto, non per i valori patriottici, ma per la sua architettura e scelta dei materiali, anche quello frutto di una ideologia diremo “piemontese”.
Allora ho pensato di effettuare una mini mostra con le mie foto-cartoline, quindi più rare, risalenti al maggio del 1932 e quattro cartoline dell’epoca ed. Colantoni- Roma , fotografo Du Bois; rappresentano la zona prima delle demolizioni, che ebbero inizio nel 1924, mentre gran parte della Via dell’Impero si effettuò in poco più di un anno.

Si noti in basso il Palazzetto S. Marco, ancora non era stato spostato in Piazza S. Marco. L’impalcature di legno sono quelle del costruendo Altare della Patria.

In basso a destra uno dei primi palazzi demoliti.

Notiamo i mercati Traianei inglobati nelle abitazioni. In basso la via Cremona, sulla via traversa si affacciava la chiesa di S.Lorenzo ai Monti. Inoltre furono abbattute la chiesa di S.Maria in Macello Martyrum, quella di S.Urbano, la Casa di Flaminio Ponzio (Viggiù, 1560 – Roma, 1613) è stato un architetto italiano che lavorò principalmente sotto il Pontefice Paolo V, ecc. come si può notare non fu demolito solamente qualche muro vecchio e fatiscente.

Ina basso e a destra vi sono gli edifici che il gran parte furono abbattuti. Possiamo notare al centro la chiesa di SS Luca e Martina, sulla sua sinistra, la demolita Accademia di S.Luca, la piccola cupola, sopra, appartiene alla Chiesa di S.Adriano distrutta per riportare alla “luce” la Curia del Senato Romano. In fondo a destra si intravede parte del monte Velia che verrà “spazzato” via senza scrupoli.

In alto a destra i resti della Villa Rivaldi il nome deriva dal Mons. Ascanio Rivaldi dell’omonimo Pio Istituto, l’ultimo dei proprietari di una villa costruita da Euralio Silvestri (1534-49). Fu asportato gran parte del giardino che si estendeva sul Monte Velia.

Qui i lavori sono a buon punto. La “rapidità” dei lavori fu dovuto al fatto che si voleva celebrare il decennio del regime. Infatti la Via dell’Impero fu inaugurata il 28 ottobre del 1932, ma fu aperta definitivamente al traffico alle ore 8 del 21 aprile del 1933 (Natale di Roma)

S’intravedono le colonne del Tempio di Venere.

A sinistra la torre del Campidoglio.

Alla demolizione lavorarono circa 1500 operai del comm. Elia Federici, furono asportati 300.000 cubi di roccia, terra e “antichità”. Furono demoliti 2203 vani, 608 appartamenti, furono sfrattate 746 famiglie. Con questa demolizioni ed altre sorsero le cosiddette borgate rurali o borgate che per molti anni saranno il simbolo del degrado urbano. Le case furono costruite in fretta, e spesso con materiale scadente con servizi in comune. Ricordiamo le borgate Gordiani, Primavalle, Tormarancio, Tiburtino, ecc.

Ormai lo sbancamento del Velia è ultimato, il livello del terreno lambiva la parte bassa dei degl’archi della Basilica di Massenzio o di Costantino.

Interno della Basilica di Massenzio.

Sullo sfondo il campanile della Basilica di S. Francesca Romana.

La parte più chiara era ricoperta del Velia.

La demolizione delle case nell’ultimo tratto di via Cavour.

Riporto alcuni brani tratti dal libro di Italo Insolera “Roma fascista” “nelle fotografie dell'Istituto Luce - Con alcuni scritti di Antonio Cederna”dove la stampa di regime stabilisce come si deve comportare ….ogni commento è superfluo.

Nei primi mesi del 1933 la via dell'Impero assume il suo aspetto definitivo di spianata informe e sfondata, con la demolizione dell'ultimo blocco di case della seicentesca via Alessandrina, tra il Foro di Augusto e quello di Cesare.
Vengono demolite tra l'altro la casa di Flaminio Ponzio e un'altra chiesa, S. Urbano ai Pantani con annesso monastero, di impianto medievale, rifatta nel Seicento e nel Settecento (ed è anche l'unica chiesa di cui ci si degni di fare un rilievo e pubblicarlo). L'infatuazione raggiunge vertici singolari: via dell'Impero non deve essere soltanto una strada, ma un luogo di esercizi spirituali. «Niente coppie né bambini col secchiello» ammonisce Marchetti Longhi; vi si rechino «scolari e cittadini e militi in reverente pellegrinaggio», incalza il Giglioli; «non si pretenda di farne un giardinetto pubblico dove si va a cianciare e a leggere il giornale»12
Solo «qualche ritardatario che vorrebbe ancora visitare Roma con la guida di Stendhal» può disperarsi «di non trovar più i suoi vicoli sudici e i suoi pidocchi»13

12. G. Q. Giglioli, in "Il Giornale d'Italia», IO aprile 1933.

13. A. Muñoz, in "Capitolium», 1932, e in Roma di Mussolini, Treves, Milano 1935, pp. 188 sgg.
Eolo45


giovedì 6 agosto 2009

Strage di Bologna: 29 anni e nessuna risposta

dal blog di Beppe Grillo
L'intervista a Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione delle Vittime della strage di Bologna, dimostra che la P2 ha trionfato, che il suo piano antidemocratico e eversivo è oggi diventato democratico e costituzionale.
Dopo 29 anni, secondo Bolognesi, documenti fondamentali dei servizi segreti per le indagini non sono ancora in possesso dei magistrati. C'è altro da dire? Gelli è stato condannato per depistaggio sulla strage di Bologna a 10 anni, ora tiene lezioni televisive di alta politica.
Uno dei suoi allievi prediletti, lo psiconano tessera 1816, è presidente del Consiglio. Decine, forse centinaia di piduisti hanno fatto carriera e i mandanti e gli ispiratori politici di 14 stragi non hanno ancora un nome.


Roma 12 EUR

Inaugurato a Mezzocammino il Parco dei Fumetti
Alla presenza dell'Assessore Fabio De Lillo e del Presidente del Consorzio Torrino-Mezzocammino, il Presidente del Municipio Roma XII Eur, Pasquale Calzetta, ha inaugurato il nuovo parco del quartiere.
Si tratta di una vasta area verde di cui una parte, circa 3 ettari, è già stata attrezzata con giochi per bambini, percorso della salute, pista ciclabile, una pista di pattinaggio ed un'area per cani. Ogni zona del parco sarà dedicata ad un personaggio dei fumetti, da Tex a Diabolik. L'area inaugurata e già accessibile è stata intitolata a Corto Maltese.
E' il primo servizio importante per i cittadini dell'intero quadrante insieme alla nuova scuola materna che aprirà a settembre. Inoltre con il prolungamento della linea 778, anche questo previsto per l'autunno, si completerà il quadro di quei servizi essenziali indispensabili per migliorare la vita degli abitanti del territorio.

sabato 1 agosto 2009

Comune di Roma

Piano nomadi: 13 campi, aree recuperate, ragazzi a scuola. Il Sindaco: "legalità e solidarietà"
Roma, 1 agosto – Tredici villaggi autorizzati, a fronte degli oltre cento campi nomadi oggi esistenti tra insediamenti abusivi, campi cosiddetti "tollerati" e villaggi autorizzati. Non più di seimila nomadi sul territorio romano invece dei quasi 7.200 attuali. Sono i principali obiettivi del "piano nomadi" messo a punto dal prefetto Pecoraro (in qualità di commissario straordinario all'emergenza nomadi nel Lazio) e dal Comune di Roma. Il piano è stato presentato dallo stesso prefetto, dal sindaco Alemanno e dall'assessore Sveva Belviso (Politiche Sociali), alla presenza del ministro dell'Interno Maroni.
Gli interventi previsti:

chiusura di oltre 80 campi abusivi e di nove "tollerati" (già sgomberati il 27 luglio quelli di Naide e Dameta). Si comincerà con il Casilino 900, Tor de' Cenci e La Martora che saranno ridotti del 50% entro fine ottobre. Questi i campi "tollerati" che verranno chiusi: Casilino 900 (Municipio VII), Tor de' Cenci (Municipio XII), La Martora (Municipio V), Baiardo (Municipio XX), Foro Italico (Municipio II), Monachina (Municipio XVIII), Arco di Travertino (Municipio IX), Spellanzon (Municipio V) e Sette Chiese (Municipio XI). Si comincerà con i campi ad alto tasso di pericolosità. Si prevede dunque di chiudere entro fine ottobre almeno il 50% di Casilino 900, Tor de' Cenci e La Martora, per poi completare l'intervento entro il primo semestre 2010.

Ristrutturazione dei villaggi autorizzati e realizzazione di nuovi insediamenti.
Entro l'autunno saranno ultimati i lavori in cinque campi autorizzati: Salone, Gordiani, Camping River, Candoni e Castel Romano. A Salone, Candoni, Gordiani e Camping River i lavori sono già iniziati, a Castel Romano si comincia tra agosto e settembre. Questi gli interventi previsti: perimetrazione dei campi, livellamento della sede stradale, adeguamento di tutti gli impianti (fogne, impianti elettrici e illuminazione, impianti idrici), manutenzione delle abitazioni lesionate e realizzazione di nuove. Gli altri due campi autorizzati – Cesarina e Lombroso – saranno spostati altrove. Successivamente verranno ristrutturati tre campi "tollerati" – Salviati, Ortolani e La Barbuta – e creati due nuovi villaggi, sulle aree scelte dal Prefetto. Prevista anche una nuova "struttura di transito" di 600 posti, 400 fissi e 200 destinati ai nuclei in attesa di collocazione stabile.

Alla fine, 13 campi con "presìdi di vigilanza e socio-educativi". Completati gli interventi, al posto dell'attuale "costellazione" (oltre 80 insediamenti abusivi, 7 autorizzati e 14 "tollerati") Roma avrà 13 campi autorizzati: due nuovi villaggi; i campi di Salone, Gordiani, Camping River, Castel Romano, Candoni; quelli in cui saranno trasferiti gli attuali campi Cesarina e Lombroso; i villaggi Ortolani, Salviati e La Barbuta; la "struttura di transito" da 600 posti. All'interno dei campi saranno aperti "presìdi di vigilanza e socio-educativi", in base alle disposizioni del regolamento del commissario all'emergenza nomadi.

Bonifica e recupero aree. Le aree dei campi sgomberati e chiusi saranno bonificate, recuperate e restituite alla cittadinanza.

Distribuzione delle comunità nomadi all'interno dei campi. In base al piano, i nomadi aventi diritto saranno in parte ricollocati in alcuni dei campi ristrutturati e ampliati e nelle nuove strutture. Ciò avverrà in seguito al censimento operato dalle forze dell'ordine e agli eventuali nuovi arrivi, in base ai posti disponibili. "La composizione dei nuovi villaggi e la ricollocazione dei nomadi all'interno dei campi già esistenti", precisa una nota del Campidoglio, "sarà effettuata sulla base delle compatibilità etniche".

Censimento. In parallelo ai lavori negli insediamenti sarà completato il censimento nei campi abusivi e in quelli "tollerati" (disciplinati dall'ordinanza n. 80 del 1996), effettuato dalle forze dell'ordine in collaborazione con il Dipartimento Servizi Sociali del Comune. Si comincerà dopo la pausa estiva. Le stime attuali: 2.700 persone nei 14 campi "tollerati", 2.200 negli oltre 80 insediamenti abusivi (dati Croce Rossa 2008). Diverso il discorso per i villaggi autorizzati: durante il censimento condotto da febbraio a giugno 2009, il 25% dei 3.000 residenti si è reso irreperibile. Ad oggi, dunque, risultano 2.241 i nomadi presenti nei sette villaggi autorizzati del Comune. I circa 700 posti lasciati da chi ha rifiutato il censimento saranno utilizzati per ricollocare le persone provenienti dai campi sgomberati.

Consegna del DAST (Documento di Autorizzazione allo Stazionamento Temporaneo). Ad ogni nomade in possesso dei requisiti previsti dal regolamento sarà consegnato il DAST, il documento che attesterà il diritto a sostare sul territorio romano grazie, appunto, al possesso dei requisiti. In particolare, saranno autorizzati: 1) gli extracomunitari con permesso di soggiorno e passaporto (o documento equipollente); 2) gli italiani, e i cittadini comunitari, con documento di identità valido. Grazie al DAST si potrà restare, nel campo indicato nel documento stesso, per un massimo di quattro anni – rispettando le norme contenute nel regolamento commissariale –.

Impegni precisi per chi sosta nei campi.
Per avere il DAST, ogni nomade dovrà sottoscrivere un atto d'impegno con il Comune. Questi gli obblighi previsti: fare la piccola manutenzione della piazzola assegnata; rispettare e mantenere efficienti le strutture comuni; pagare le utenze per i consumi familiari, il canone mensile per l'uso della piazzola e dei servizi del campo, la tassa dei rifiuti. Infine, mandare a scuola i ragazzi: i minori in età scolare alle scuole dell'obbligo, gli altri (non più soggetti all'obbligo scolastico) a frequentare scuole superiori, corsi professionali o a svolgere un'occupazione.
Per un quadro d'insieme del piano, scarica le schede.

"Una rivoluzione copernicana"
, ha commentato il sindaco Alemanno sottolineando le novità dell'approccio alla questione nomadi. Un approccio "all'insegna della stretta identità tra legalità e solidarietà, tra sicurezza e integrazione".