giovedì 10 luglio 2008

Comune di Roma

Sicurezza, Patto per Roma

Dieci milioni per il Patto sulla Sicurezza di Roma, 300 militari
a presidio dei luoghi periferici più pericolosi, videosorveglianza estesa anche a stazioni e capolinea di bus. Queste le misure che il sindaco di Roma
Gianni Alemanno ha messo in campo durante il consiglio comunale straordinario sulla sicurezza. Nell'aula Giulio Cesare erano presenti anche il prefetto di Roma Carlo Mosca, il comandante provinciale dei carabinieri Vittorio Tomasone e i rappresentanti di alcuni campi nomadi accompagnati dal presidente nazionale dell'Opera Nomadi Massimo Converso. "Il numero dei crimini commessi a Roma negli ultimi due anni - ha annunciato Alemanno aprendo la seduta - è in progressiva diminuzione perché dall'ottobre 2007, data dell'omicidio Reggiani erano circa 18.962, e nel maggio 2008 sono scesi a 14.271, il dato più basso degli ultimi due anni, ma la percezione dell'insicurezza resta". Per questo il primo cittadino chiederà al governo, "almeno provvisoriamente 300 uomini delle forze armate per presidiare luoghi fissi fuori dal centro urbano". Inoltre, nell'ordine del giorno presentato, il Pdl chiede, "accanto all'uso dell'esercito l'intensificazione del numero dei dispositivi dinamici di pattugliamento nelle fasce orarie notturne e cioé dalle 19 alle 7, da integrare e coordinare con le unità della polizia municipale e un protocollo d'intesa e di collaborazione tra forze dell'ordine e agenzie di sicurezza e vigilanza privata migliorandone, da subito, le condizioni operative, per creare un'integrazione necessaria alla messa in azione di una rete di sicurezza sussidiaria". Affinché tutto ciò si concretizzi in un controllo capillare del territorio, Alemanno metterà in campo la 'Sala sistema Roma', che servirà a mettere in rete tutto il sistema di controllo nella Capitale: "una sala operativa che sfrutti sistemi informatici sul modello di quella già in funzione a Milano". Sarà, invece, sull'esempio del capoluogo veneto l'ordinanza contro il commercio abusivo e di quello toscano le misure atte a contrastare il fenomeno della mendicità molesta.

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