giovedì 7 agosto 2008

Ascanio Celestini: "La mia Roma da Torre Argentina agli Acquedotti"

da Repubblica.it di Gabriele Isman
L'autore: "Ma passeggiare non aiuta l'arte. Mi perdo nei bar e finisco a parlare da solo". "Mi affascinano le vetrine di abiti sacri. Lo sa che la camicia da prete costa 40 euro?"

I veri racconti sono quelli del cammino, come mi raccontava anche mio padre. E a me piace l'idea di lasciare il motorino e andare a piedi, soprattutto in Centro, nella zona di Torre Argentina. Vivo fuori dal raccordo anulare, e venire a Roma è sempre un viaggio». Ascanio Celestini, autore e attore, racconta la sua Roma lungo le rotte dei marciapiedi. «Il vero problema è che camminare mi distrae dal lavoro. Finisco a paralre da solo»
Qual è il suo itinerario preferito nella Capitale?
«Mi piace parcheggiare a largo Argentina e poi camminare nei dintorni, nei vicoli, verso via delle Zoccolette, fino al lungotevere. E rimango colpito da alcuni negozi, che molto spesso sembrano vicini a chiudere, e invece resistono. Ecco, qui vedi la differenza con la periferia dove questi negozi finiscono per essere stritolati dai grandi centri commerciali. E in particolare, i negozi di articoli sacri e vestiti per il clero».

Una passione curiosa.
«Se non fosse scritto che si tratta di abiti per preti, potrebbe sembrare abbigliamento per chiunque. Lo sa che una camicia da sacerdote col colletto bianco costa sui 40 euro? In via di santa Chiara c'è anche il negozio che fa vestiti per il Papa da secoli, ecco lì mi piace guardare. C'è anche l'ultimo zuccotto di Wojtyla che non indossò mai perché morì prima».

E il suo rapporto con il verde di Roma?
«Mio padre era del Quadraro, io abito a Morena, e il mio parco sono da sempre gli Acquedotti. Da ragazzini ci andavamo in bicicletta e mio padre ci seguiva a piedi, ma dovevamo stare attenti ai cani dei pastori. Ora ci vado con mio figlio, che ha quasi un anno e mezzo: da poco ci sono anche le altalene e i giochi per bambini, dove fino a poco tempo fa c'erano gli orti poi rimossi e le baracche».

Le piazze di Celestini quali sono?
«Le cose migliori che ha creato questo Paese sono il cibo e le piazze. Purtroppo in periferia di piazze belle non ce ne sono molte, quindi noi ci lanciamo al parco degli Acquedotti. Una volta passavamo prima in rosticceria, da Penna bianca che però ha chiuso. Ora l'abbiamo rimpiazzata con l'enoteca, e dal picnic siamo passati all'aperitivo»

Ma andare a piedi aiuta la sua arte?
«Normalmente scrivo guidando, in macchina o in motorino, ne ho appena buttato uno vecchio di 20 anni che nemmeno si poteva rottamare. In macchina o sulle due ruote non mi distraggo dal racconto. Se invece vado a piedi, non riesco a lavorare: finisco a parlare da solo e non riesco a concentrarmi. Però camminando a piedi si può stare dentro e fuori, soprattutto dai bar. E le vetrine dei negozi di articoli sacri continuano ad affascinarmi, anche se difficilmente comprerò uno zuccotto o una mitra».
Ascanio Celestini
Tema: Prospettive per un bambino di 9 anni

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