(Le Cartoline Originali appartengono all’autore degli articoli).
Roma alluvione 1923. Ponte Sospeso. Panorama. P.E.C. Chauffourier.
Stupenda immagine con il famoso ponte dei Fiorentini. Fu costruito da una società anonima francese nel 1863 che per ripagarsi le spese sostenute, per transitarvi, faceva pagare un pedaggio. Da qui il nome “Ponte del soldino”. Si rimanda per più notizie ed aneddoti ad altre fonti. Il ponte venne demolito il 15 luglio 1941.
“Roma era famosa per le alluvioni subite a causa dell’innalzamento delle acque del Tevere; diversi progetti e proposte si susseguirono, per limitarne i danni, attraverso i secoli, ma per una sorta di destino non si realizzarono se non con l’avvento dell’unità d’Italia, con la costruzione dei “muraglioni”(1876-1926). Era quasi un accettare le sue intemperanze…un vivere con il fiume con i suoi pregi e manchevolezze.
Certamente con la costruzione dei cosiddetti “muraglioni” si è ingabbiato il Tevere, in una specie di prigione, rassicurando gli abitanti della città ma facendo perdere un rapporto con esso. Un addio a convivere...un dimenticarsi di lui.
Quelle che si offrono, sono delle immagini dell’alluvione del 9 dicembre 1923 (tutte le cartoline sono originali), il livello raggiunto a “Ripetta” fu di 14,95m.
Tuttavia l’alluvione più disastrosa fu quella del 25 dicembre 1598, che raggiunse un livello di 19, 56 m, la massima , misurata, di ogni tempo. Avvenne tre anni dopo il sacco di Roma…possiamo dire che “diluviò”…sul bagnato.
La stessa alluvione comportò la costruzione del ponte rotto…o meglio il ponte che assunse, nel tempo, diversi nomi, Senatorio, Palatino, S.Maria, ecc. e che aveva subito diversi restauri e ricostruzioni fu abbandonato, dopo il crollo, a”vivere” così …si rinunciò a ricostruirlo, fu chiamato con il tempo, con quell’ironia tipica dei Romani, ...”Rotto”. A dire il vero “resuscitò”...cioè fu utilizzato temporaneamente dal 1853 al 1987* con una passerella metallica fatta costruire da Papa Pio IX, ma poi si decise di abbatterla definitivamente.
Un’altra conseguenza fu la costruzione della fontana della “barcaccia”...ai piedi della futura…scalinata di Trinità dei Monti, realizzata molti anni dopo dal 1723 al 1726 . A ricordo del disastro, in cui le acque avevano portato una barca vera a galleggiare in quei paraggi; il Papa Urbano VIII commissionò a Pietro Bernini, aiutato dal suo più famoso figlio Gian Lorenzo, una fontana frutto dell’idea e dall’estro di questi gradi artisti. Si scrive che quell’alluvione causò circa 4000 morti.
Girando per Roma si posso trovare delle curiose ma affascinati targhe marmoree che ricordano, alcune volte con linguaggio e disegni pittoreschi, i vari livelli raggiunti dal Tevere nelle alluvioni più “significative”.
Sono tre i punti dove vi sono la massima concentrazione di suddette targhe: sulla facciata esterna di S.Maria a Minerva, vicino a al Pantheon1, nei pressi di Castel S.Angelo (quella più antica del 1276 é in via de’ Banchi) e a Ripagrande.”
Stupenda immagine con il famoso ponte dei Fiorentini. Fu costruito da una società anonima francese nel 1863 che per ripagarsi le spese sostenute, per transitarvi, faceva pagare un pedaggio. Da qui il nome “Ponte del soldino”. Si rimanda per più notizie ed aneddoti ad altre fonti. Il ponte venne demolito il 15 luglio 1941.
“Roma era famosa per le alluvioni subite a causa dell’innalzamento delle acque del Tevere; diversi progetti e proposte si susseguirono, per limitarne i danni, attraverso i secoli, ma per una sorta di destino non si realizzarono se non con l’avvento dell’unità d’Italia, con la costruzione dei “muraglioni”(1876-1926). Era quasi un accettare le sue intemperanze…un vivere con il fiume con i suoi pregi e manchevolezze.
Certamente con la costruzione dei cosiddetti “muraglioni” si è ingabbiato il Tevere, in una specie di prigione, rassicurando gli abitanti della città ma facendo perdere un rapporto con esso. Un addio a convivere...un dimenticarsi di lui.
Quelle che si offrono, sono delle immagini dell’alluvione del 9 dicembre 1923 (tutte le cartoline sono originali), il livello raggiunto a “Ripetta” fu di 14,95m.
Tuttavia l’alluvione più disastrosa fu quella del 25 dicembre 1598, che raggiunse un livello di 19, 56 m, la massima , misurata, di ogni tempo. Avvenne tre anni dopo il sacco di Roma…possiamo dire che “diluviò”…sul bagnato.
La stessa alluvione comportò la costruzione del ponte rotto…o meglio il ponte che assunse, nel tempo, diversi nomi, Senatorio, Palatino, S.Maria, ecc. e che aveva subito diversi restauri e ricostruzioni fu abbandonato, dopo il crollo, a”vivere” così …si rinunciò a ricostruirlo, fu chiamato con il tempo, con quell’ironia tipica dei Romani, ...”Rotto”. A dire il vero “resuscitò”...cioè fu utilizzato temporaneamente dal 1853 al 1987* con una passerella metallica fatta costruire da Papa Pio IX, ma poi si decise di abbatterla definitivamente.
Un’altra conseguenza fu la costruzione della fontana della “barcaccia”...ai piedi della futura…scalinata di Trinità dei Monti, realizzata molti anni dopo dal 1723 al 1726 . A ricordo del disastro, in cui le acque avevano portato una barca vera a galleggiare in quei paraggi; il Papa Urbano VIII commissionò a Pietro Bernini, aiutato dal suo più famoso figlio Gian Lorenzo, una fontana frutto dell’idea e dall’estro di questi gradi artisti. Si scrive che quell’alluvione causò circa 4000 morti.
Girando per Roma si posso trovare delle curiose ma affascinati targhe marmoree che ricordano, alcune volte con linguaggio e disegni pittoreschi, i vari livelli raggiunti dal Tevere nelle alluvioni più “significative”.
Sono tre i punti dove vi sono la massima concentrazione di suddette targhe: sulla facciata esterna di S.Maria a Minerva, vicino a al Pantheon1, nei pressi di Castel S.Angelo (quella più antica del 1276 é in via de’ Banchi) e a Ripagrande.”
Si deve ricordare che il Pantheon si trova e si trovava nel punto più basso della città e quando le acque, che attraverso le condotte fognarie, cominciavano a comparire sulla piazza scattava l’allarme per attuare tutte le misure per salvare le vite umane e proprietà.
Roma alluvione 1923. S. Paolo. Panorama di «Monte Verde». P.E.C. Chauffourier.
Roma alluvione 1923. S. Paolo. Il Gasometro. P.E.C. Chauffourier. Da notare i covoni e il bestiame che continua a pascolare, al centro dell’immagine. Invece in sullo sfondo , a destra, si può scorgere il profilo della cattedrale di Roma. S. Giovanni in Laterano, il titolo completo è : Basilica Patriarcale del Santissimo Salvatore e Santi Giovanni Battista ed Evangelista In Laterano.
Roma alluvione 1923. S. Pietro. Viale Angelico. P.E.C. Chauffourier. Questa stupenda immagine a solo da ammirare pensando cos’è ai giorni d’oggi Viale Angelico!!!
Una cartolina “viaggiata” del 1904; quindi almeno venti anni prima della precedente, però nel senso opposto. …quanto smog…
Roma alluvione 1923. S. Paolo. Viale dell’Acqua Acetosa. P.E.C. Chauffourier. Senza la didascalia chi l’avrebbe conosciuto ???
*Qui possiamo ammira il ponte rotto a fine ‘800 con la passerella come accennato nello scritto d’introduzione.
Ed ora una vera “chicca”. Una cartolina molto rara, dei primi del ‘900: “Bagni nel Tevere” sotto Monte Mario, sulle pendici si può notare Villa Madama. Ed. Brunner – Como. Non esistevano problemi d’inquinamento, si deve ricordare che l’acqua del Tevere veniva venduta come bevanda, una delle migliori acque da bere d’Europa ricca di molti minerali, veniva distribuita dagli Acquaioli, ciò avvenne sino alla fine del ‘800. Alcuni Papi ne facevano buona scorta prima d’intraprendere i loro viaggi.
Eolo45
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