Caro Babbo Natale,
lo so, sono in ritardo per scriverti la mia letterina, però devi sapere che io vivo in un paese che è sempre indietro. Abbiamo inaugurato la prima tratta dell'alta velocità. Come al solito è un grande traguardo, che però riguarda una percentuale microscopica della popolazione - intendo quella vera, non quella che vive in prima classe o nei terminal degli aeroporti. Parlo di quell'Italia che si fa ore e ore in treni locali sovraffollati e in continuo ritardo oppure quell'Italia in macchina in perenne coda per entrare e uscire dalle città. Quindi il regalo che ti chiedo è una bella, grossa e rumorosa sveglia per far scoprire al mio paese che non siamo rimasti all'ottocento. Non voglio più vivere in un paese lento, perchè la vita è euforia e movimento. Caro Babbo Natale, vorrei far suonare questa sveglia sui comodini di tanti italiani. Vorrei far risvegliare la televisione e chi fa televisione per far capire che il pubblico non è composto solo da cerebrolesi che bevono qualunque stronzata (scusa la parolaccia) esca dalla bocca di un idiota (non è una parolaccia). Vorrei che il vincitore di un programma non fosse un uomo mascherato da donna ma una persona come me, uno qualunque, con una piccola storia e un sogno nel cassetto. Vorrei che si svegliassero gli imprenditori che basano le loro strategie sulla spremitura intensiva di giovani talenti in cambio di un'elemosina concessa con la smorfia sul viso. C'è un capitale umano e culturale che fa già grandi sacrifici e basterebbe poco, caro Babbo Natale, per capire quale valore, non solo economico, esso contiene. I giovani non possono più spegnere la loro carica vitale per accettare la lentezza di questo paese. Vorrei svegliare anche gli intellettuali che si sono genuflessi davanti al potere e alla fama pur di vedere il loro nome su qualche giornale. Vorrei leggere libri che raccontano queste storie, che spiegano i fatti, che avanzano teorie e lanciano manifesti per il futuro invece che manifesti per uno spettacolo o un gruppo su Facebook. Vorrei libri scritti con rabbia e passione; non voglio più libri scritti per la gloria personale di chi è indegno di rispetto. Vorrei guardare negli occhi uno di questi pensatori moderni, che scaldano le sedie in televisione. Ma scoprire il vuoto non è la mia ambizione. Lasciamo stare i politici. Quelli non si sveglieranno mai. Caro Babbo Natale, vorrei che tu regalassi a tutti la sveglia più potente che hai, per far capire che l'Italia, quella vera, non vuole più dormire. E io? No, non credo più a Babbo Natale. Però ai miei sogni sì, ci credo.
Auguri a tutti i sognatori!
Auguri a tutti i sognatori!
Matteo
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