venerdì 13 novembre 2009

SEDUTE CONSILIARI “LUMACA” NEI MUNICIPI DEL COMUNE DI ROMA PER NON ANDARE A LAVORARE

LA DENUNCIA DI FEDERICO SIRACUSA, CHE METTE ONLINE I REDDITI PERCEPITI NELL’ESERCIZIO DELLA SUA ATTIVITA’ POLITICA

L’ANALISI SUI GETTONI DI PRESENZA
La normativa prevede che i Consiglieri dei Municipi percepiscano, per la durata del loro mandato, i gettoni di presenza: pari a circa 700 euro, per un massimo di 14 tra sedute d’aula e Commissioni al mese (il gettone di presenza è stato recentemente decurtato dal Parlamento).
Inoltre i Consiglieri che svolgono un’attività di lavoro dipendente beneficiano anche della possibilità di continuare a percepire lo stipendio, senza la necessità di dover andare a lavorare.
Il I Dipartimento del Comune di Roma (Politiche delle risorse umane e Decentramento) rimborsa ai datori di lavoro privati ed ai soggetti pubblici economici gli oneri per le assenze dal servizio dei Consiglieri comunali e municipali (lo prevede l’art. 80 del Decreto Legislativo n. 267 del 18/08/2000).
Secondo l’inchiesta condotta dal quotidiano Libero il costo sostenuto dal Comune di Roma per rimborsare alle aziende gli oneri per le assenze dei Consiglieri municipali lavoratori dipendenti per lo svolgimento dell’attività di un Consigliere può lievitare fino a dieci volte l’equivalente che un consigliere percepisce con il solo gettone mensile di presenza (Libero del 14 ottobre 2009, pag. 50).
Infatti nel II Municipio vi è addirittura un Consigliere che percepisce uno stipendio di 9.000,00 euro al mese, che vengono regolarmente rimborsati dal Comune di Roma all’azienda.
E’ proprio per evitare queste anomalie, ed in alcuni casi dei veri e propri abusi, che a mio avviso deve essere determinato un tetto all’ammontare dei rimborsi erogati dall’amministrazione per le assenze sul posto di lavoro dei consiglieri eletti.
La questione è resa ancor più grave dal fatto che il sistema dei rimborsi, così come è strutturato, rende non facilmente intellegibile il costo che la pubblica amministrazione sostiene per il mantenimento della classe politica locale.
Inoltre il sistema dei rimborsi ai datori di lavoro, per l'espletamento del mandato dei consiglieri, può creare dei rallentamenti all'attività politica all'interno dei Municipi. Infatti, uno degli effetti distorti dei rimborsi per le assenze ai datori di lavoro da parte dell'Amministrazione consiste nello spezzettare ad arte gli argomenti per aumentare il numero delle sedute, oppure nel far mancare ad arte il numero legale in Consiglio municipale, così da andare direttamente in seconda convocazione. Con uno spreco di tempo e risorse pubbliche, perché per ogni seduta c'è bisogno di personale verbalizzante ed almeno un vigile.

LA NORMATIVA CHE DISCIPLINA I RIMBORSI:
I lavoratori dipendenti, pubblici e privati, componenti dei Consigli municipali e del Consiglio provinciale  e comunale di Roma hanno diritto di assentarsi dal servizio per l'intera giornata in cui sono convocati i rispettivi consigli (ex art. 79 Permessi e licenze, D.Lgs n. 267 del 18/08/2000)
Inoltre i lavoratori dipendenti che ricoprono l’incarico di assessore nelle giunte comunale, provinciale e nei Municipi, ovvero i Consiglieri membri delle Commissioni e delle conferenze dei capogruppo, hanno diritto di assentarsi dal servizio per partecipare alle riunioni degli organi di cui fanno parte per la loro effettiva durata. Il diritto di assentarsi comprende il tempo per raggiungere il luogo della riunione e rientrare al posto di lavoro. (ex art. 79, co. 3, Permessi e licenze, D.Lgs n. 267 del 18/08/2000)
Le assenze dal servizio per motivi istituzionali sono pagate dal datore di lavoro ma la normativa prevede che gli oneri per i permessi retribuiti sono a carico dell'ente presso il quale i lavoratori dipendenti esercitano le funzioni pubbliche di Consigliere (Comune e Provincia di Roma). 
L'ente, su richiesta documentata del datore di lavoro, e' tenuto a rimborsare quanto dallo stesso corrisposto, per retribuzioni ed assicurazioni, per le ore o giornate di effettiva assenza del lavoratore. Il rimborso viene effettuato dall'ente entro trenta giorni dalla richiesta. (ex art. 80, Oneri per permessi retribuiti , D.Lgs n. 267 del 18/08/2000)

PRESIDENTI DEI MUNICIPI:
La normativa prevede che i presidenti dei Municipi possano scegliere, per la durata del loro mandato, tra due opzioni: 
• mettersi in aspettativa, rinunciando a svolgere altra attività, e percepire solo l’indennità di funzione pari a 2.430,00 euro netti al mese per 12 mensilità;
• oppure prendere il 50 per cento dell’indennità garantita al Presidente, ma ottenendo in più il rimborso dal Comune per l’intero stipendio che percepirebbero dal proprio datore di lavoro.
Quest’ultimo caso (secondo l’inchiesta del quotidiano Libero del 16 ottobre 2009, pag. 52) è molto frequente, ma è anche il più oneroso per le casse pubbliche, perché non prevede tetti.

ASSESSORI DEI MUNICIPI (4 PER OGNI MUNICIPIO):
La normativa prevede che gli assessori possano mettersi in aspettativa e percepire dall’Amministrazione l’intera indennità stabilita per il loro ruolo, pari al 65 per cento di quella del presidente (circa 1500 euro) e all’85 per cento per il vicepresidente (circa 2mila euro). Ma in questo modo devono rinunciare ai contributi previdenziali.
Oppure, possono non andare in aspettativa e richiedere la metà dello stipendio da assessore, più il rimborso della busta paga percepita dal proprio datore di lavoro, comprensiva di contributi, pagata dal Comune. Dall’ultima finanziaria del governo Prodi, gli assessori non hanno più diritto ai contributi Inps, e per questo non ce n’è uno che sia in aspettativa.
 
Per informazioni: 
Federico Siracusa 339/8015237
Vice Presidente del Consiglio del Municipio XII
Capogruppo Italia dei Valori

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1 commento:

Anonimo ha detto...

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- Norman